Claudia Pavone, die als zarte junge, gefühlvolle Mimì mit lyrischen Träumen ihre Rolle sehr glaubwürdig verkörperte und gesanglich wie darstellerisch den Mittelpunkt und ausstrahlenden Höhepunkt darstellte, im Duett zu klangvoller ,harmonischer Einheit.

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Online Merker - 4 Febbraio 2023

Molto bravi entrambi i protagonisti, a iniziare dal soprano Claudia Pavone nel ruolo di Juliette, risolto con perfetta aderenza alla vocalità richiesta dal personaggio. La cantante vicentina si è subito disimpegnata impeccabilmente nella celebre aria del primo atto, “Je veux vivre dans le rêve”, dove ha raggiunto con estrema facilità le note più acute delle cadenze ma mettendo anche bene in risalto le nuances più malinconiche di cui comunque è permeato questo brillante valzer. Con la sua voce intensa e ricca di armonici, associata a una duttilità interpretativa notevole, la Pavone ha poi reso perfettamente tutte le sfaccettature di un personaggio che dall’ebrezza adolescenziale arriva all’intensità drammatica del finale.

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Opera Click - Settembre 2022

Il soprano vicentino Claudia Pavone sfoggia un corposo strumento vocale lirico e vellutato, dal seducente colore. Il suo canto è lineare e omogeneo, sorretto da buon volume. Il soprano dà vita ad una Juliette e fresca, spensierata e leggera nel celebre walzer Je veux vivre, ma che presto matura nella consapevolezza di un amore impossibile e vittima di un triste destino, contro cui pur vuol reagire con risolutezza e pathos drammatico, dall’accento determinato e deciso nell’aria Amour, ranime mon courage. Fine interprete e sapiente fraseggiatrice, la Pavone convince ed entusiasma senza riserve. Le si augura di annoverare il ruolo di Juliette nel suo repertorio.

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Opera Libera - 14 Settembre 2022

Claudia Pavone, compuso una Norina en la mejor tradición bufa de las grandes sopranos ligeras italianas, inteligente, pícara y rebelde, resolutiva en los pasajes de coloratura, dominó los números de conjunto con un registro agudo seguro y extenso.

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Ritmo - 4 Aprile 2022

Claudia Pavone lució su tesitura lírico-ligera adornada con un canto con buenos recursos, matices y agilidades a las que sumó una emisión y afinación impolutas.

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Opera Actual - 25 Marzo 2022

Den vokalen Vogel schoss meines Erachtens die Rollen-Debutantin Claudia Pavone ab, die mit ihrer Gestaltung der Norina jedem angehenden Ehemann Albträume bescheren muss, das aber auch noch mit einem bestens geführten und technisch nahezu perfekten jugendlich dramatischen Koloratursopran! Sie hat schon, auch unter Riccardo Muti, an allen großen Häusern Italiens gesungen, durchaus also keine Unbekannte.

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Online Merker - 23 Marzo 2022

Altra debuttante il soprano di Vicenza Claudia Pavone che, dopo aver affrontato recentemente il ruolo di Adina nell’Elisir, si prova in una parte comica, da soubrette verrebbe da dire, non fosse che la voce rende a pieno una vocalità che si sviluppa con pregevole ampiezza lirica nelle frasi malinconiche e desolate del duetto con Don Pasquale, oltre a svettare in acuto con grande facilità e con ammirevole proiezione di suono. Un debutto felicissimo in cui si è tuffata con entusiasmo devertendosi e, soprattutto, facendo divertire.

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I Teatri Dell'Est - 22 Marzo 2022

Buonissima la prova di Claudia Pavone, che ha timbro luminoso e ottime intenzioni nel cesellare sia i colori, sia la dinamica, sia la recitazione stessa. Ne emerge una Gilda cresciuta e ormai emancipata, che guarda al padre se non con rabbia, con il disincanto di una figlia che ha pietà dei suoi errori e delle sue fragilità.

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Opera Click - Settembre 2021

Ben amalgamato e convincente il cast vocale che ha avuto la sua migliore rappresentante in Claudia Pavone. Il soprano si è confermato una delle eccellenze attuali del panorama lirico italiano. Il suo canto è risuonato nelle orecchie degli spettatori maceratesi in maniera corretta e fluida, all’insegna di una tenuta molto buona. Le insidie del primo finale, poi, sono state affrontate e gestite con grande coraggio, senza tralasciare l’ottima immedesimazione dal punto di vista drammatico, con una costante ricerca di inflessioni nuove per la sua Violetta.

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Opera Libera - 2 Agosto 2021

È necessario ora più che mai riflettere sul ruolo sociale della cultura e del teatro aprirsi a nuove tecnologie che permettano di fruire su larga scala della potenza e della magia dell'opera lirica, che non è una “cosa per vecchi” perché affronta temi universali e vicini a tutti noi. È un patrimonio nazionale amato in tutto il mondo e va valorizzato e promosso in ogni modo anche in attesa di una riapertura dei teatri e auditorium.

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Wall Street Magazine - 2 gennaio 2021

Claudia Pavone era una splendida Micaëla. Dotata di una qualità vocale di accattivante bellezza, si librò con sicurezza e senza intoppi nel registro superiore e calorosamente in quello inferiore. La sua esibizione è stata raffinata e commovente.

Jill Comerford - GB Opera - 18 gennaio 2020

Un’altra italiana che ha fatto il suo debutto con la compagnia è stata il soprano Claudia Pavone nel ruolo di Micaëla. Una voce fantastica con eccellenti capacità di recitazione, sembra strano collocare un talento così magnifico in un ruolo più piccolo, ma forse potrebbe essere usato come prova per ruoli più grandi in futuro. Certamente si è dimostrata bene, mostrando una grande comprensione del personaggio con la dimensione aggiunta dello sviluppo di cui molti altri non si sono preoccupati in passato. Cominciando da piccola innocente ragazza di campagna vittima di bullismo da parte dei soldati, diventa una donna forte decisa, anche se alla fine non riesce a trascinare Don José lontano dalla vita criminale. Questa potrebbe essere stata l'influenza esperta del regista John Bell o della sua interpretazione. Ad ogni modo il pubblico l'ha adorata.

Annabelle Drumm – Sydney Arts Guide - 14 gennaio 2020

La star della serata è stata la nostra soprano italiana Claudia Pavone, come Micaela il primo amore di Don Jose. La sua voce era meravigliosa mentre supplicava Don Jose di tornare dalla madre malata.

Victor Grynberg – J-Wire - 14 gennaio 2020

Come Micaela, Claudia Pavone ha cantato con una voce di grande attrattiva naturale, ragguardevole purezza e franchezza di timbro. Ha modellato le sue scene con riservatezza e equilibrio discreto.

Peter McCallum - Sydney Morning Herald - 12 gennaio 2020

Diciamo subito che Claudia Pavone ha già la maturità per affrontare questo ruolo impervio: non a caso nel 2015 fu scelta da Riccardo Muti per una rappresentazione in forma di concerto a Ravenna, e la lezione di un tale coach è evidente nella consapevolezza del significato teatrale di ogni nota e di ogni parola. Solo pochi esempi: la varietà di colori e accenti nel duetto con Germont padre, I"'Amami Alfredo" esploso come un ruggito d'amore e non un saggio di belcanto, fino a dettagli come quell' E tardi", alla fine della lettura della lettera, asciutto e aspro, e non sbracato come si è sentito fare anche da tanti mostri sacri. E poi, i mezzi tecnici: una voce ricca di armonici, potente nell'acuto e rapinosa in certe mezze voci da brividi. Una prova davvero da incorniciare.

Sandro Compagnone - Rivista L'Opera di Ottobre

Bravissima Claudia Pavone nel disegnare una Gilda scenicamente a metà strada fra adolescente e donna, non più l’una ma non compiutamente l’altra, che si esprime con la rigogliosità di un registro centrale capace però di salire ad acuti e sopracuti senza perdere di sostanza, e in grado di piegarsi a mezzevoci e pianissimi di bell’effetto drammatico.

Domenico Ciccone – Operaclick – 21 luglio 2019

Piacevolissima sorpresa è stata anche la Gilda di Claudia Pavone, sostenuta da una tecnica di ferro perfettamente padroneggiata e da una dote naturale che le dona un bellissimo timbro vellutato e un volume di tutto rispetto ha delineato una Gilda mai piatta o noiosa, ci sono le agilità, il fraseggio e c’è la potenza drammatica, ha espresso i diversi stati d’animo e i turbamenti della povera figlia di Rigoletto in maniera convincente e realistica, dalle ingenuità adolescenziali del “Caro nome”, alla delusione che ha saputo trasmettere in maniera convincente e per questo dolorosa, alla pace inquietante della morte quando questa regia la fa apparire già rassegnato spettro al cospetto di suo padre nel finale.

Roberta Rocchetti – MusiCultura – 22 luglio 2019

La soprano italienne Claudia Pavone (Adalgisa de rêve la saison passée à l’Opéra de Rennes) se situe à la même hauteur que ses partenaires, prêtant à Gilda sa jeunesse et la beauté de son chant. Sans rien de l’oiseau mécanique que l’on nous propose trop souvent, sa Gilda se situe dans le droit fil de la tradition belcantiste, tant dans la précision des attaques que dans la variété de l’ornementation. Elle délivre notamment un éblouissant « Caro nome », salué par une salve d’applaudissements de la part du public.

Emmanuel Andrieu – Opera-OnLine.com – 30 luglio 2019

Perfetta, nella sua liliale purezza di voce e d’intenzione, la Gilda di Claudia Pavone: il timbro è luminoso e omogeneo, il volume sufficientemente ampio, le agilità sono sgranate con sicurezza, le melodie rifinite con gusto e grazia. Come voluto dal regista, la sua Gilda non è una bambina capricciosa, ma un’adolescente che sa quel che vuole.

Fabio Larovere – Connessi all’Opera – 23 luglio 2019

Lo ammetto, ogni volta che incontro Claudia Pavone ne rimango conquistato. E’ bella, si mangia il palco e sa cantare: intonatissima, precisa, musicale, manovra il fiato come se fosse una manopola per l’aria, eccetera eccetera. La Pavone è brava-bravissima, la voce è sana e fresca: corre in sala, svetta con facilità nell’ottava acuta e soprattutto, last but not least, esce dalla bocca di una signora musicista che sa fraseggiare e che non sgarra una nota neanche a pagarla. Applausi.

Paolo Locatelli ∙ Il Discorso ∙ 18 Marzo 2019

La ricetta è il mio visino, in quest’occhi è l’elisir”, canta Adina prima dell’ottava scena de L’Elisir d’amore, e le astute parole risultano assolutamente veritiere quando pronunciate da Claudia Pavone. Peccato che il librettista Romani non abbia aggiunto tra gli ingredienti del magico estratto anche la voce, poiché è essa, aggiunta alle evidenti grazie del soprano, a farne dal punto di vista vocale la protagonista assoluta dell’allestimento del capolavoro donizettiano realizzato da Nausica Opera International, di scena al Teatro Verdi di Trieste fino al 23 marzo. La Pavone è, in poche parole, tutto quello che una Adina dovrebbe essere dal punto di vista canoro e scenico. Un timbro piacevole in tutte le tessiture, l’esemplare controllo dell’emissione, l’agilità fluente e priva di alcun apparente sforzo, gli acuti sicuri e cristallini ed il fraseggio accurato e reso con fine musicalità, si abbinano alla spigliatezza e alla tempra di un’attrice provetta.

Dejan Bozovic ∙ circuitomusica ∙ 16 Marzo 2019

Dei tre ruoli principali, la più convincente è stata la Gilda di Claudia Pavone, elegante, con una vocalità senza sbavature, autentica nella sua resa della figlia del buffone.

Michele Manzotti ∙ La Nazione ∙ 19 Dicembre 2018

"Oh, come son mutata" dice attonita Violetta guardando il fazzoletto imbrattato di sangue che stringe in mano. È il terzo atto e dopo un’ottima lettera – quanti soprani inciampano nella prosa! – Claudia Pavone indovina il momento più intenso della Traviata in scena al Verdi di Pordenone, allestimento fresco di laboratorio dell'omonimo teatro triestino, dove ha chiuso la stagione pochi mesi fa. Claudia Pavone è una Violetta più che convincente. La voce è leggera ma penetrante e corre bene in sala ad alta quota come in basso, le note ci sono tutte e sembrano anche piuttosto facili, ma soprattutto c’è Violetta. Le si crede; a quello che dice, a come si muove, alla figura nel complesso.

Paolo Locatelli ∙ Operaclick ∙ 22 Ottobre 2018

The principal roles were undertaken by three accomplished singers, all of whom made excellent contributions. Violetta was interpreted by the soprano, Claudia Pavone. Her voice is strong across the range with a colorful pallet, which she used to good effect in delivering an emotionally expressive and passionate performance. In the opening to the duet “Ma se tornado non m’hai salvato” Violetta reflects upon her coming death, and upon the happiness she wanted so much, which is now so close, but that she will never see. Pavone produced an intense rendition in which she displayed her voice’s marvelous flexibility, evidenced by its colorful and dynamic contrasts, which she overlaid with impassioned inflections. Throughout Acts two and three she produced a consistently emotionally charged reading, and if she occasionally lacked a certain amount of beauty it was a price worth paying. In Act one, however, she was less effective – she appears to be more at ease in the heavy emotional scenes. In the opening party scene she sang well, but never managed to fully engage with the character. “Sempre libera” displayed her technically proficient coloratura, but the cabaletta lacked the necessary radiance and vitality. Overall, this was a compelling performance, one which highlighted Pavone’s skills as a singing-actress, and her ability to enter into the emotional heart of a character.

Alan Neilson ∙ Operawire ∙ Agosto 2018

Avevamo ascoltato Claudia Pavone nel ruolo di Violetta per OperaLombardia e già allora ne avevamo rilevato la capacità di rendere particolarmente credibile la ragazza frivola e spensierata. La ritroviamo un anno e mezzo dopo circa come un’interprete ancora più matura che pur con una voce delicata è stata in grado di rendere al meglio anche l’evoluzione alla tragedia del suo personaggio.

Maria Teresa Giovagnoli ∙ MTGLirica ∙ 16 Giugno 2018

Sur ce terrain, il est rejoint par Claudia Pavone, laquelle, servie par une voix fort bien dominée, propose une Adalgisa, sensible, fragile mais d’une grande force d’âme.

Unidivers

Sa compatriote Claudia Pavone (Adalgisa) lui vole ainsi la vedette grâce à ses nombreux atouts : un timbre diapré, un grave d’une belle rondeur, une superbe agilité dans les vocalises, et une noblesse d’émission qui lui permet de livrer un chant de filiation néoclassique en parfait accord avec le concept de mise en scène. Et puis avec sa voix de soprano (et non de mezzo), cette heureuse découverte marque un retour à la véritable vocalita du rôle, telle que la voulait Vincenzo Bellini, et cela nous change des voix trop lourdes bien souvent entendues dans cet emploi.

Emmanuel Andrieu ∙ Opera Online ∙ 5 Giugno 2018

Mirabilmente resa dai piani tonali, struggente nei contrasti tra le frivolezze e la passione e gli spasimi mortali, la storia, grazie soprattutto alla bella voce della convincente Claudia Pavone, mantiene la forza e la suggestione di una vicenda dove l’amore, grande protagonista, è eternamente “croce e delizia dell’universo intero”.

Anna Di Mauro ∙ In scena online ∙ 22 Marzo 2018

Claudia Pavone ha una eleganza di tratto e una duttilità canora perfettamente confacenti alla figura romantica, appassionata e liricamente ispirata della Violetta verdiana. Il suo canto è melodicamente levigato con punte di phatos, lirico e sentimentale, veramente toccanti.

Sergio Sciacca ∙ La Sicilia ∙ 22 Marzo 2018

Teatro sold out e palchi gremiti non soltanto per la prima, ma anche per la replica del 17 marzo che, all’apertura del sipario, ha mostrato sul centro della scena la protagonista, Claudia Pavone, che sin dalle prime battute si è guadagnata il titolo di miglior voce e presenza scenica di tutto lo spettacolo, applauditissima durante tutti e tre li atti…. Standing ovation per la Violetta di Claudia Pavone.

Giorgia Landolfo ∙ Catania Today ∙ 19 Marzo 2018

Brava Claudia Pavone nel tratteggiare una Gilda fragile, ma non remissiva. Bellissima la voce, limpida, cristallina, che si eleva nella zona superiore con straordinaria naturalezza; notevole la cura delle dinamiche, le mezze voci risultano solide e piene, il legato davvero curato.

Simone Manfredini ∙ OperaClick ∙ 25 gennaio 2018

Vincitori sotto il profilo vocale sono sicuramente Francesco Landolfi nel ruolo eponimo e Claudia Pavone come Gilda…La Pavone è una gilda convincente, dalla grande padronanza delle sfumature (Gualtier Maldè) e capace di far commuovere anche grazie ad una recitazione accorta e trascinante. Il timbro è buono per il ruolo e la sintonia con il padre le fa meritare accorate approvazioni nei duetti.

Paolo T.Fiume ∙ I teatridellest e non solo ∙ 4 gennaio 2018

Claudia Pavone, a un anno dall’ottima Traviata sempre targata OperaLombardia, si riconferma vocalista di pregio e artista sensibile. La sua è una prova in crescendo… La sua Gilda appare già dal secondo atto ferma e volitiva nell’interpretazione come nella vocalità. “Tutte le feste al tempio” è cesellata con cura e seguita da un “Vendetta tremenda vendetta” siglato da uno svettante mi bemolle, mentre in conclusione dell’opera, i pestiferi si bemolle in pianissimo che costellano “Lassù in cielo” sono un modello di purezza e intonazione.

Andrea Dellabianca ∙ Connessi all'Opera ∙ 6 novembre 2017

Claudia Pavone è una protagonista completa, che nel primo atto pare presentarsi come l'ennesima Violetta dalla voce lirico-leggera ben estesa in alto e che darà il meglio di sé nella cabaletta. Difatti le agilità sono piuttosto ben sgranate e il Sempre libera è coronato dal Mi bemolle di tradizione... Ma il soprano conquista ulteriormente e più incisivamente la scena nei successivi due atti. Figura giovane, gradevole al pari del colore vocale, di impasto chiaro e dolce, trova i giusti accenti per rendere il crescendo drammatico del personaggio, sia nel colloquio con Germont, che nel finale secondo (concertato con maestria da Rolli e con il Coro in uno dei suoi non rari momenti di grazia) oltre che in un Addio del passato ben cesellato.

Fabrizio Moschini Firenze ∙ Operaclick ∙ 21 giugno 2017

Nel cast spicca subito la prova di Claudia Pavone, la quale debutta a Firenze dopo essersi fatta notare proprio come Violetta Valéry nell’allestimento di Alice Rohrwacher che ha girato i teatri lombardi ed emiliani lo scorso autunno. Pur incominciando l’opera un po’ di rimessa, già al Brindisi inizia a fugare qualunque dubbio sfoggiando una linea salda e omogenea e un caleidoscopio di colori con cui riesce a giocare in modo invidiabile. Questo, unito a un fraseggio curatissimo, le permette di costruire un personaggio a tutto tondo, dalle mille sfumature. Emerge una protagonista giovane e irruenta che si consuma e viene consumata senza volerlo, in una lotta disperata contro il mondo che la circonda: esemplare in tal senso l’atto finale, in particolare in “Gran Dio, morir sì giovine”, in cui ogni parola è l’ultimo disperato tentativo di rimanere attaccata alla vita. Il soprano riesce inoltre a emergere – al di fuori delle arie famose, eseguite comunque con garbo, musicalità e sapienza – riempiendo quelle frasi di passaggio che spesso vanno perse come “Non gradireste ora le danze?” che è ricolma, ad esempio, di una frivolezza tutta esteriore che poche volte si sente.

Filippo Antichi ∙ Connessi all'Opera ∙ 18 giugno 2017

Protagonista della recita a cui abbiamo assistito è Claudia Pavone, una Violetta molto a suo agio nella prima parte poiché dotata di voce fresca e discretamente agile, che poi acquista man mano anche spessore drammatico col susseguirsi degli eventi, senza appesantire i suoni e conservamdo comunque una certa ingenuità nei modi e nel canto pur nella tragedia.

Maria Teresa Giovagnoli ∙ mtg lirica ∙ 19 dicembre 2016

Nei panni di Violetta Valery si alternavano Mihaela Marcu e Claudia Pavone, quest'ultima impegnata nella recita pomeridiana dell'8 dicembre (turno B) al Ponchielli dopo la buona accoglienza riscossa al debutto nel ruolo nei teatri emiliani. Disinvolta nella recitazione, dimostra di saper gestire pienamente il personaggio dal punto di vista sia scenico sia vocale, consapevole dei propri mezzi artistici, promettenti ma ancora in maturazione. Dotata di voce morbida, è stata capace di affrontare le agilità e le difficoltà sparse nella partitura.

Federica Fanizza ∙ Apemusicale ∙ 12 dicembre 2016

Claudia Pavone, che debutta il ruolo di Violetta proprio in questa produzione, è un’eccellente protagonista. Dotata di un’agile voce di schietto soprano lirico leggero, dal timbro limpido come il cristallo, la Pavone canta la parte con una tale naturalezza da lasciare quasi increduli….La vocalità squillante, l’emissione libera e omogenea, la dizione chiarissima a tutte le altezze, sono elementi che concorrono alla definizione di una prova di assoluto rilievo. Il soprano non lesina nemmeno sulle dinamiche: l’alternanza forte/piano, piano/forte dei si bemolle in corrispondenza dei “gioìr” nella prima aria, o il sostegno dei lunghi la naturali in pianissimo nell'”Addio del passato” ne sono preclari esempi.

Andrea della Bianca ∙ Connessi all'Opera ∙ 10 dicembre 2016

In riferimento alla mia prima Traviata, diretta dal grande M° Muti in forma di concerto 3 agosto 2016 ….su tutti splende la voce di Claudia Pavone, Violetta morbida ed omogenea, senza sbavature e dalla dizione quasi impeccabile, merce molto rara tra i cantanti d’oggi, al punto che non si vorrebbe smettere di ascoltarla mai tanta bellezza spande.

Ravennadintorni ∙ 10 agosto 2016

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